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Contro la violenza sulle donne: il 25 novembre, come ogni giorno

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Una donna su tre nel corso della propria vita ha subito una qualche forma di violenza, di carattere fisico, psicologico, economico o sessuale. In particolare, la violenza domestica è la prima causa di morte ed invalidità per le donne, più del cancro, degli incidenti stradali e degli omicidi riconducibili alla criminalità organizzata; nella maggior parte dei casi si tratta di violenza intrafamiliare, la più difficile da dichiarare e da denunciare.


Come ogni anno il 25 novembre ricorre la giornata contro la violenza sulle donne, istituita dall'Assemblea delle Nazioni Unite oltre vent'anni fa, con lo specifico obiettivo di sensibilizzare chiunque su questa grave tematica.

Tale problematica è stata accentuata dalla crisi sanitaria in corso: i dati Istat mostrano una crescita del 25% del numero di telefonate al 1522 nel primo periodo di lockdown in Italia, rispetto agli stessi mesi del 2019: in particolare, in Lombardia, le nuove prese in carico da parte dei centri antiviolenza hanno riguardato per il 44% le donne residenti in provincia di Milano e Brescia.

Questo dato è estremamente rilevante perchè evidenzia per l'ennesima volta che i fenomeni di violenza sulle donne sono distribuiti uniformemente su tutto il territorio e riguardano donne di qualunque estrazione sociale.

Le numerose campagne di sensibilizzazione, promosse in questi giorni e supportate anche da numerosi avvocati, sono destinate primariamente proprio a loro.

Infatti, il 25 novembre, vuole essere semplicemete un'occasione per lanciare a tutte le vittime il messaggio che non sono sole: esistono professionisti, pubblici e privati, formati proprio per ascoltare e supportare tutte coloro che si sentono prigioniere nella loro stessa vita.

L'obiettivo di tanti operatori sociali e esperti di diritto,  è proprio quello di dare voce alle ragazze come Lara, che devono chiedere al marito il permesso e i soldi per uscire a cena con le amiche; o a quelle come Michela, che giustificano i lividi raccontando di essere cadute dalle scale; o alle signore come Roberta, che anni fa è rimasta incinta senza averlo voluto; o a quelle come Sonia, che consola i suoi figli dopo le scenate d'ira del compagno ubriaco.  

Chi affronta ogni giorno queste tematiche è convinto della necessità di lavorare sulla prevenzione e sull’informazione, anche attraverso campagne di sensibilizzazione scolastiche, proprio per abituare fin dalla giovane età, a maturare la consapevolezza del proprio valore e del proprio potenziale, della propria dignità e dei diritti fondamentali di ciascuna.

Infatti una donna dotata di adeguati strumenti emotivi è capace di reagire con vigore anche alle situazioni più gravi, in cui sembra di aver toccato il fondo.

Nella giornata dell'antiviolenza è bene che si diffonda la consapevolezza che esistono reti di servizi a supporto di tutte quelle persone che si sentono costrette in un circolo di abusi e di sensi di colpa; infatti non esiste alcuna condotta femminile che possa giustificare qualunque reazione violenta da parte di un uomo: la minigonna non è la scusante della violenza sessuale, la gelosia non giustifica la violenza domestica, il fatto che l'uomo percepisca uno stipendio più alto non deve essere motivo di ricatto nei confronti della compagna.

Come si diceva, le statistiche riportano che la maggior parte delle violenze si verificano in famiglia, in particolare la violenza nella coppia inizia dando piccoli campanellini d'allarme, apparentemente innocui, che nel tempo si ingigantiscono e diventano soffocanti; anche la maggior parte delle violenze sessuali avviene in famiglia.
Il dato ancor più preoccupante e sconfortante è che solo il 7% delle vittime presenta denuncia.

Per fronteggiare questo allarme il legislatore si è mosso approvando negli ultimi anni il cosiddetto Codice rosso antiviolenza, legge che impone al pm di sentire la vittima di violenza entro tre giorni dalla notizia di reato, e introducendo l'istituto dell'ammonimento al maltrattante da parte del Questore; queste previsioni sono andate a integrare i servizi di supporto già territorialmente attivi a sostegno delle vittime.

In conclusione, tanto le donne devono trovare la forza e la motivazione per reagire, intraprendendo un percorso complesso ma risolutivo, quanto la società deve essere educata al rispetto nei confronti della figura femminile.
Anche in questo 25 novembre si vuole comunicare a tutte le donne che non devono sentirsi sole.

Per approfondire leggi anche:

Come uscire dal ciclo della violenza? Indispensabile la rete di supporto

Reddito di libertà per le donne vittime di violenza: la guida

Consulta: avvocato sempre gratuito per le vittime di violenza

VIOLENZA SULLE DONNE: il codice rosso adesso è legge


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