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L'uso del cellulare sul posto di lavoro

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È ormai sempre più frequente l'attribuzione a propri dipendenti di strumenti tecnologici per lo svolgimento del proprio lavoro. L'utilizzo di smartphone e computer sul posto di lavoro chiaramente risponde, primariamente, alle esigenze dei titolari di permettere ai propri collaboratori di svolgere nel miglior modo possibile le proprie mansioni, ad esempio potendo chiamare fornitori e clienti e gestendo le riunioni con altri settori dell'impresa stessa.
Tuttavia, potrebbe capitare, in un momento di svago, il caso di un lavoratore che utilizza il cellulare per scopi personali. Tale comportamento sarebbe sanzionabile dal datore di lavoro?


Innanzitutto occorre distinguere tra:
♦ Cellulare aziendale;
♦ Cellulare personale.
Tale differenza è resa necessaria perché diverse potrebbero essere le conseguenze derivanti dal loro utilizzo "improprio".

La dotazione di un cellulare aziendale avviene, come detto, per agevolare il lavoratore in alcuni aspetti delle proprie mansioni: essere reperibile in caso di trasferta, effettuare chiamate o inviare e-mail ai clienti senza dover utilizzare device propri, etc.

La Corte di Cassazione è intervenuta con diverse sentenze, anche negli anni recenti, proprio in merito a quei casi che vedevano protagonista un dipendente che utilizzava per scopi personali il cellulare aziendale e le conseguenze dal medesimo subite, stabilendo se le stesse fossero o meno legittime.

L'uso personale del cellulare aziendale

Proprio con riferimento a questo aspetto, sia la giurisprudenza di merito che di legittimità si ritengono ormai consolidate nel ritenere l'illegittimità del comportamento del lavoratore che utilizzi beni aziendali per fini privati.
Tale illegittimità consente l’applicazione di sanzioni disciplinari e, nei casi più gravi possono condurre anche al licenziamento per giusta causa (art. 2119 c.c.), la quale viene rinvenuta nel venir meno del rapporto di fiducia del datore di lavoro nella collaborazione del lavoratore, considerata elemento essenziale del rapporto di lavoro.
Ad esempio nel 2017, con la Sentenza n. 4262, la Cassazione ha affrontato la legittimità del licenziamento per giusta causa intimato ad un quadro per aver utilizzato per scopi personali il cellulare aziendale concesso in dotazione per ragioni di servizio.

In tal caso, il lavoratore è stato licenziato per avere effettuato oltre mille telefonate per motivi personali, i cui costi, chiaramente, erano stati addebitati al proprio datore di lavoro.

Ipotesi ancora diversa è il caso in cui vengano messi pc, tablet e telefoni a disposizione del dipendente, a fronte del pagamento di un importo mensile solitamente scalato dalla busta paga.
In tal caso i beni, non essendo più esclusivamente aziendali, potrebbero essere utilizzati dal dipendente come meglio crede, anche per fini personali.
Salvo, quindi, tale possibilità di uso promiscuo l’utilizzo per ragioni personali di strumenti aziendali può essere considerato giustificato solo in alcuni casi, come nell’ipotesi di chiamate di emergenza o situazioni fondate su esigenze oggettive.

La questione dei dipendenti della pubblica amministrazione

Nel caso il lavoratore fosse impiegato nella pubblica amministrazione, il dipendente potrebbe essere considerato colpevole del reato di peculato.
È questo ciò che ha stabilito la Corte di Cassazione penale con la Sent. n. 34524/2013, nella quale ha ritenuto che se il pubblico dipendente telefoni per scopi personali oppure per gli stessi motivi, navighi su internet possa creare un danno al patrimonio della pubblica amministrazione o peggio, se l’utilizzo avviene in orario di lavoro, una lesione della funzionalità dell’ufficio.

Cosa accade invece se il lavoratore utilizza il proprio cellulare personale durante l'orario di lavoro?

Chiaramente tale strumento, per quanto utile, può rappresentare nel contesto lavorativo una notevole fonte di distrazione.
È bene specificare che nessun contratto collettivo di lavoro presenta una specifica regolamentazione in merito a tale utilizzo e casistica, motivo per cui i datori di lavori potrebbero dotarsi di un regolamento interno, nel quale inserire le indicazioni riguardanti l'utilizzo del cellulare durante le ore lavorative, concesso, anche in questo caso, solo in ipotesi emergenziali e di stretta necessità.

Specialmente in caso di lavori manuali o di contatto con il pubblico i regolamenti interni potrebbero prevedere di riporre gli smartphone e i cellulari personali negli armadietti degli spogliatoi e venire usati solo per reali emergenze o durante le pause lavorative.

Nel caso in cui il dipendente, però, non rispetti i regolamenti interni allora potrebbe vedersi applicare una sanzione disciplinare, anche se la stessa, come dettato dalla più recente giurisprudenza dovrà essere di natura conservativa, poiché l'inadempimento del lavoratore non potrebbe considerarsi così grave, da giustificare un licenziamento (Ctr. Cass. Civ. Sent. 16965/2018).

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