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Cosa fare se il datore di lavoro non paga lo stipendio?

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In questo periodo di crisi, non sempre i datori di lavoro riescono ad adempiere al loro obbligo di pagare lo stipendio ai dipendenti. D’altra parte, però, il lavoratore ha diritto di ricevere la sua busta paga per far fronte a tutte le esigenze proprie e della sua famiglia.

Cosa fare, quindi, se il datore di lavoro non paga lo stipendio oppure lo paga sempre in ritardo?

Il consiglio importante da seguire è quello di non firmare la busta paga, se prima non viene versato lo stipendio; solo in questo caso il lavoratore può ricorrere a una procedura più semplice e veloce.

Il primo passo, per cercare di risolvere bonariamente il problema, è quello di chiedere spiegazioni orali al titolare dell’impresa circa il mancato pagamento dello stipendio.
Nel caso in cui le osservazioni orali non siano sufficienti, il lavoratore, senza bisogno dell’assistenza di un avvocato esperto in recupero crediti, ma personalmente con l’aiuto dei sindacati, se presenti in azienda, o potrà far pervenire all’azienda una lettera di sollecito per il pagamento immediato delle competenze oppure potrà rivolgersi alla “Direzione Territoriale del Lavoro” per richiedere un tentativo di conciliazione facoltativo.

Se anche in questi casi il datore di lavoro non dovesse provvedere al pagamento dello stipendio, l’unica soluzione è quella di fare causa, tramite l’assistenza di un avvocato esperto in recupero crediti che procede a presentare ricorso per decreto ingiuntivo, nel caso in cui il lavoratore sia in possesso di una busta paga non firmata.

L’ingiunzione di pagamento è uno strumento veloce da ottenere e permette di procurarsi il cosiddetto “titolo esecutivo”, necessario per l’esecuzione forzata nel caso in cui il datore di lavoro non proceda al pagamento nemmeno dopo la notificazione dello stesso.
Dalla notifica del decreto ingiuntivo, l’azienda ha 40 giorni per pagare le buste paga al dipendente, non pagare o fare opposizione; in quest’ultimo caso verrà avviata una causa ordinaria con tempi e procedure lunghissime.

Se il decreto ingiuntivo non sortisce alcun effetto, il datore di lavoro inadempiente riceve l’atto di precetto relativo al mancato pagamento dello stipendio contenente l’intimazione al pagamento dello stipendio entro 10 giorni dalla notifica. Trascorsi 10 giorni, senza che il titolare dell’impresa paghi quanto dovuto, il lavoratore ha diritto a richiedere il pignoramento; oppure se l’azienda è in uno stato di crisi grave si può richiedere il fallimento.

Nel caso in cui l’azienda venga dichiarata fallita, gli ultimi tre stipendi e la liquidazione (TFR) saranno pagati dal Fondo di Garanzia istituito presso l’Inps, entro pochi mesi.
Per i restanti crediti il lavoratore potrà insinuarsi al passivo del fallimento e chiedere che il proprio credito gli venga liquidato in via privilegiata, cioè prima che vengano soddisfatti tutti gli altri creditori non forniti da tale privilegio.

Per approfondire leggi anche:

Il pignoramento: cos'è, cosa aggredisce ed entro quali limiti

La procedura di recupero del credito

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