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Quando è lecito non pagare il conto al ristorante?

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Alzarsi e andare via dal ristorante senza pagare è certamente una pratica illecita; esistono però alcuni casi particolari, che andremo ad esaminare, ove la legge consente al cliente insoddisfatto di non pagare il conto.

Forse non a tutti è noto che andare al ristorante comporta la sottoscrizione di un contratto tra ristoratore e cliente. Il rapporto che si instaura infatti è un contratto atipico il cui oggetto è la somministrazione di beni e di servizi in cambio di un corrispettivo di denaro, il conto.


Le trattative per la conclusione del contratto iniziano con la consegna del menù, il quale deve riportare i beni che vengono somministrati e il loro prezzo.
Nel momento in cui si ordina, si accetta la proposta e il contratto si conclude.
Proprio perché si tratta di un contratto, se una delle parti non rispetta gli obblighi derivanti dall'accordo, la parte non inadempiente ha il diritto di non onorare il suo impegno, in questo caso di non pagare il conto.

Quali sono gli inadempimenti che qui interessano?

1. Non c'è il listino prezzi

Se il cliente mangia senza che gli sia stata data possibilità di conoscere il costo di ogni singolo piatto, può rifiutarsi di pagare il conto. Chiaramente devono essere soddisfatte alcune condizioni:

- Il cliente deve essere in totale buona fede e si deve essere adoperato nel richiedere un menù contenente i prezzi;

- Il listino non è stato esposto neanche all'esterno del locale.

Potrebbe accadere che il cameriere arrivi al tavolo e proponga i piatti a voce, senza indicarne i prezzi. Il consumatore, forse, non sa che è suo diritto chiedere e conoscere il costo di ogni singola portata e il cameriere non può rifiutarsi nel soddisfare la sua richiesta.
Tale onere deriva dall’art. 180 del Regio Decreto n. 635/1940 tutt'oggi in vigore, che obbliga i ristoratori ad esporre il listino dei prezzi. Chi non rispetta questa norma, rischia 308 euro di multa, oltre a veder andar via il cliente sazio e senza pagare nulla.

2. I piatti serviti o i prezzi non corrispondono a quelli inseriti nel menù

Se il cliente, ad esempio, ordina una specifica tipologia di pesce e gliene viene servita un'altra, il ristorante risulta inadempiente.
La legge infatti stabilisce che "le derrate riportate in menù devono essere quelle effettivamente consumate" e che, in caso contrario, il ristoratore incorre nel reato di frode in commercio.
Allo stesso modo, i prezzi applicati devono essere quelli riportati sul menù.  Le eventuali maggiorazioni devono essere riportare chiaramente e ben visibili sul menù.
Anche in questi casi, quindi, il cliente ha diritto di rifiutarsi di versare il corrispettivo per il pasto.

3. Il servizio offerto è di scarsa qualità

Chiaramente quest'ultima possibilità non si riferisce al livello di gradimento del pasto che si è appena consumato, bensì alle ipotesi in cui vi siano continui errori nel portare la propria ordinazione al tavolo (ordino un piatto e ne arriva un altro) oppure, volutamente, nel piatto vengano inseriti ingredienti di qualità inferiore rispetto a quelli segnati sul menù.

Da ultimo rientra in questa eventualità, il personale che non si comporta, durante il servizio, con correttezza, diligenza e a regola d'arte come richiede la professione che sta svolgendo.
Se mancano questi presupposti, il ristorante sta violando dei principi che si pongono alla base del contratto sottoscritto e quindi si potrà contestare il conto o addirittura non pagare.

Il cliente è sempre tenuto al pagamento del conto

E' bene ricordare comunque che, anche nel caso il cliente non fosse soddisfatto per i motivi più disparati, come possono essere il gusto personale, la scarsità delle porzioni o il prezzo eccessivo delle consumazioni, egli è in ogni caso tenuto al pagamento del conto, salvo poi eventualmente riservarsi di agire in altre sedi.

Solitamente, in caso di rimostranze, risulta comunque buona norma esporle al ristoratore che cercherà, con buona probabilità, una mediazione per garantire in ogni caso la soddisfazione del cliente e salvaguardare la reputazione della sua attività.

Quelli che dicono: “Mi alzo e me ne vado!”

A differenza di quanto visto sopra, non sempre la ragione è dalla parte del cliente.
A volte accade che qualcuno si accomodi al tavolo sapendo già di non avere i mezzi necessari per far fronte al conto, altre volte esagerando nelle ordinazioni di cibi e bevande costose.

In questi casi i soggetti in questione potranno essere accusati di reati che vanno dall'insolvenza fraudolenta (per chi contrae un'obbligazione sapendo a priori di non poterla adempiere) fino ad arrivare alla truffa nei casi più gravi.
Al ristoratore a questo punto non resterà altra scelta se non quella di avvisare le forze dell'ordine e attenderne l'arrivo per l'identificazione dei soggetti (ad esclusiva competenza delle Forze dell'Ordine) e per sporgere querela di parte.
Nel frattempo però il cliente potrebbe decidere di allontanarsi senza aver pagato il conto e nulla potrebbe fare per fermarlo il gestore, perchè rischierebbe a sua volta di incorrere nel ben più grave reato di sequestro di persona.

L'unica differenza sarà pertanto sull'identità dei clienti inadempienti: se persone conosciute o riconoscibili verrà aperto un procedimento a loro carico per la riscossione di quanto dovuto, in caso contrario il ristoratore dovrà sporgere querela contro ignoti, sperando in un secondo tempo di riuscire a risalire all'identità dei soggetti.

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