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Addebito della separazione per chi condivide sui social una nuova relazione

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I giudici hanno deciso di poter addebitare la separazione al coniuge che diffonde il tradimento a mezzo social; è successo nelle ultime settimane a una moglie che ha annunciato su Facebook l'inizio di una nuova relzione con un altro uomo ed è accaduto pochi anni fa a un marito che ha mostrato sui propri account la relazione con una nuova donna.


Infatti recentemente il Tribunale di Bari, con la Sentenza n. 2525 del 2020, ha confermato quanto già deciso nel 2016 dal Tribunale di Roma con la Sentenza n. 456.
Entrambi i giudici hanno affermato che, perchè sia riconosciuto l'addebito della separazione, è necessario e sufficiente che il coniuge "colpevole" sia consapevole del fatto che il suo comportamento violi i doveri matrimoniali.

In buona sostanza appare ormai indiscutibile che la condotta consistente nel rendere nota la propria relazione extraconiugale su Facebook rappresenti palesemente una violazione dei doveri coniugali.

Infatti, giuridicamente parlando, è lesiva della dignità e dell'onore del coniuge tradito la pubblicazione sui social di foto, annunci o altri contenuti relativi agli incontri che avvengono fuori dal matrimonio: in particolare è scontato che un simile comportamento renda intollerabile la convivenza e provochi necessariamente, or della fine, la rottura del rapporto.

Nel caso particolare degli ultimi mesi, il marito avanzava la domanda di separazione dalla moglie che, senza scrupolo alcuno, aveva annunciato il proprio fidanzamento con un altro ragazzo: la donna, una giovane ecuadoriana stanca della relazione matrimoniale con il marito affetto da sclerosi multipla, postava selfies scattati con il nuovo compagno durante un viaggio nel paese d'origine.
Analogamente, nell'altro caso risalente al 2016, la decisione assunta dai magistrati è intervenuta dopo che la moglie ha chiesto l'addebito della separazione al marito, avendo essa stessa scoperto il tradimento mentre scorreva i post pubblicati da quello che pensava essere il suo fedele consorte.

Sembra proprio che i Tribunali abbiano ormai consolidato la tesi per la quale le pubblicazioni di materiale telematico, da cui emerga la sussistenza di una relazione extraconiugale, siano idonee a costituire elementi  di prova a fondamento dell'addebitabilità della separazione al coniuge “traditore”.

A conferma di questa particolare attenzione riservata dai giudici alle pubblicazioni sui social si richiama un ultimo caso, anch'esso del 2016. La fattispecie riguardava una donna, ancora ufficialmente coniugata, che prima del giudizio di separazione modificava il proprio status su Facebook da "sposata" a "separata" e definiva il marito un verme: il Tribunale di Torre Annunziata, con la sentenza n. 2643/2016, ha addebitato la separazione alla moglie, asserendo anche in questo caso che pubblicizzare la relazione extraconiugale è lesivo della dignità dell'altro coniuge.

In conclusione i Tribunali sono uniti nel dare la "colpa" della separazione al coniuge che palesa il proprio tradimento sui social, in quanto questa condotta non solo integra una violazione all'obbligo di fedeltà matrimoniale, ma lede anche la dignità, l'onore e la reputazione dell'altro coniuge.

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